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Mentre ci avviciniamo alle elezioni europee riemerge la questione su come la cittadinanza percepisca l’Unione.

Disaffezione e paure collettive (“per” ma anche “dell”’Europa) sono i sentimenti più spesso portati alla ribalta dai discorsi politici e dai media. “Alla pancia”, che è innegabile e legittima, di questi pensiero diffusi, FRidA vuole accompagnare “la ragione” della ricerca scientifica. Accompagnare e non contrapporre, perché la ricerca non vuole negare le paure ma capire, contestualizzare e, quando possibile, dare delle risposte.

Oltre a condividere gli approcci usati dal Centro Studi sull’Europa (TO-EU) che si muove tra gli studi storici, sociologici, politologici, giuridici, economici, linguistici, geografici e antropologici, FRidA racconta anche le sfaccettature più inaspettate dei discorsi sull’Europa. Come il fatto che le barriere geografiche (fiumi o montagne), le migrazioni, il multiculturalismo e le diverse confessioni religiose possono unire molto più che dividere i vari paesi.

O lo stretto legame tra l’identità europea e la ricerca stessa, che a volte anticipa l’unione politica, come scopriamo nell'intervista sulla fondazione del CERN, a volte trae forte impulso dalle direttive europee, come nel caso di quella sulla salute delle acque. In sostanza, con gli strumenti della conoscenza, si vuole capire come superare le difficoltà e le divergenze che l'Europa sta attraversando per proporre riflessioni e vie per ripensare e ricostruire un progetto europeo comune.


Ripensare l'Europa con le storie di ricerca dell'Università di Torino
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